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In Fvg 100mila malati di diabete
Ma 30 mila non lo sanno
redazione PUBBLICATO IL 29 AGOSTO 2023
«In Friuli Venezia Giulia 100mila malati di diabete, ma in 30mila non sanno di soffrirne. Urgente investire su stili di vita e sport, “farmaco” senza controindicazioni e valido per tutte le età» spiega Riccardo Candido, responsabile della Diabetologia dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina
Hanno superato quota 300 gli iscritti alla seconda edizione di “Diabete a ruota libera”, la tre giorni (1-3 settembre) di pedalata non agonistica (da 80 a 100 chilometri) ideata ed organizzata da C.R.A.D. FVG-ODV (Coordinamento Regionale Associazioni Diabetici), in collaborazione con i professionisti della Rete diabetologica regionale e con il patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia. L’evento benefico, che richiama l’attenzione sul diabete coniugando informazione, valorizzazione turistica, sport e divertimento, vanta quattro prestigiose collaborazioni che si aggiungono ai tanti sponsor pubblici e privati che sostengono l’evento: Aeronautica Militare, Polizia di Stato, Croce Rossa.
Per tre giorni 15 tra le più belle località naturalistiche e storiche della nostra regione saranno festosamente invase da gruppi di ciclisti amatoriali e appassionati di tutte le età uniti per diffondere uno slogan importante: Il diabete teme chi fa sport. Attività fisica, prevenzione e corrette abitudini alimentari sono le armi più efficaci per prevenire il diabete tipo 2 e ritardarne le complicanze.
Al progetto “Diabete a ruota libera” partecipano attivamente tutti gli attori della rete diabetologica regionale, nonché medici, dietisti e infermieri dei singoli centri diabetologici che nelle diverse tappe daranno il loro contributo divulgativo sul diabete, sulle sue complicanze, sulle modalità di prevenzione e di diagnosi precoce e sugli stili di vita sani che permettono di prevenire non solo il diabete, ma anche molte patologie metaboliche e cardiovascolari e contrastare il fenomeno dell’obesità, sempre più diffuso anche tra i più giovani. Sarà, inoltre, possibile misurare la glicemia e la pressione arteriosa alle persone che lo desiderano, grazie alle infermiere e alla consolidata collaborazione con la Croce Rossa Italiana.
Riccardo Candido, responsabile della Diabetologia dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano IsontinaDi diabete però se ne parla ancora troppo poco, benché il problema sia ben più esteso di quanto si pensi: «Secondo gli ultimi dati dell’International Diabetes Federation (IDF) – spiega Riccardo Candido, professore Associato di Endocrinologia, presidente eletto dell’Associazione medici diabetologi nonché responsabile della Diabetologia nel Dipartimento Specialistico Territoriale dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina di Trieste – più di mezzo miliardo di persone convive con il diabete nel mondo. In Italia, si stima che quasi 5 milioni di persone sono affette da questa patologia, che 1 milione sono le persone che non sanno di avere il diabete, che circa 4 milioni sono le persone ad alto rischio di sviluppare il diabete e che 496 persone muoiano ogni anno per diabete. Nella nostra Regione sono circa 100mila i malati di diabete e ci sono circa 30mila persone che sono affetti dalla patologia ma non sanno di averla considerato che spesso è asintomatica. È quindi urgente investire in programmi di cura e di prevenzione nei quali la promozione di sani stili di vita, di cui l’attività sportiva è parte integrante siano al primo posto. Lo sport è un ‘farmaco’ che non ha controindicazioni e fa bene a tutte le età. Promuoverlo come sano stile di vita significa intervenire efficacemente sulla salute dei nostri cittadini e delle persone affette da diabete. In Italia, oltre il 30% delle persone con diabete ha uno stile di vita sedentario e la nostra Regione non fa eccezione in questo senso: un dato estremamente preoccupante che necessita di un’inversione di rotta. Promuovere l’importanza della prevenzione attraverso l’attività fisica e della diagnosi precoce del diabete per una migliore qualità di vita, una riduzione delle complicanze ed una riduzione dei costi è fondamentale. È essenziale diffondere la cultura dell’attività fisica sin dall’esordio della malattia, ma è altrettanto importante farlo ancora prima, in chiave preventiva, perché è la terapia più accessibile, economica e salutare. Ed è altrettanto importante, visti i dati del diabete nelle città, che questi messaggi abbiano una eco in grado di raggiungere le periferie dei grandi centri urbani e le altre aree della nostra Regione in cui si registrano i più alti tassi di prevalenza della malattia e delle sue complicanze».